di Francesco Torlontano
Raccogli i frammenti, amico mio
Raccogli i frammenti, amico mio,
posa un fiore dove manca e lascia
che scivoli pesante una goccia, ferita
del tuo sangue. Questa vita
è un pendio aguzzo senza fine
e neanche nel più soffice libeccio
è concessa la libertà di amare.
Addosso ho i resti della luce
Addosso ho i resti della luce
che mi rovesciasti, incontenibile.
La pelle è liscia ancora di carezze
e le labbra umidicce e i brufoli spremuti.
In cerca di una piccola quiete
si può soltanto dimenticare
l’abitudine di un respiro profondo,
la certezza di essere vicino
a una stella chiamata Sole.
Francesco Torlontano (Pescara, 1997) ha studiato Lingue e letterature straniere moderne presso l’Università “G. D’Annunzio” di Pescara e attualmente sta proseguendo gli studi in Slavistica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha pubblicato due libri di poesia. Il primo, “Margini”, nel 2017, edito da Tabula Fati. Il secondo, “La sera”, nel 2019, autoprodotto. Scrive racconti e poesie per la rivista Il fuco.