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Italia vs Boemia

testo e illustrazione di Massimiliano Di Marco

Erano le ore 19, si stavano divertendo nella casa delle Rigotto degli Sparkles ormai frammentati. Stavano aspettando Messer Paolini il quale accompagnava l’ospite innominabile del Sud. In Friuli infatti si stavano radunando le truppe da tutta Italia. L’innominabile era forse uno dei peggiori uomini mai vissuti, era grasso e lercio eppure si comportava da gran re, losco d’aspetto e di spirito amava prendersi beffa dei più deboli e praticare la lotta greco-romana con individui pagati per essere battuti, e dopo averli devastati di botte l’innominabile celermente rubava tutti i soldi appena prestati e, essendo di solito questi genti povere e malfamate, proponeva loro, viste le penose condizioni fisiche in cui versavano e beffati della promessa, prestiti improponibili e si dilettava a vedere morir di fame loro e le famiglie. E non solo si fermava a questo, essendo di famiglia povera il Gran Re si divertiva a far ubriacare vescovi e nobili e far recitar loro la magra storia della sua stirpe e quand’essi si dimostravano in qualche modo eretici o contro il parere del popolo astante si divertiva ad eliminare quelli con le peggiori punizioni e torture. Abilissimo e celere nell’idearle era il gran servo di corte Fabiuzzo Bigellone. Sadico d’aspetto Fabio usava cambiare dama ogni sera e con gran sollazzo amava vederle azzuffarsi in pubblico per amore di lui ed egli con sorriso beffardo quasi fosse il Diavolo giurava di non conoscerle nemmeno e usava anzi inveire contro queste che, sentita la mala bugia, si accasciavano verso lui in preda all’amore cercando di sbaciucchiarlo e urlando di non resistere senza la di lui diabolica passione. Appresi i mali costumi sin da giovane Fabio aveva poi imparato a trasferire la sua mala dote per scopi estranei alle sue storie d’amore. Usurai, assassini, banchieri, ladri, boia, mogli e mariti tutti se ne servivano per le loro losche vendette, Fabio veloce e avido consigliava e raccoglieva danari, sempre più e di più, egli non si fermava al consiglio, anzi con gioia e a volte sorpresa assisteva alla realizzazione dei suoi malefici piani che egli stesso a volte reputava irrealizzabili o estremamente diabolici. Anch’egli nato da famiglia povera e per di più orfano aveva sempre praticato i suoi malefici per sentirsi partecipe di qualcosa di più grande e per non sprofondare nell’amara solitudine. Fabio sentito di un grasso e lercio, forse filippino, che gironzolava nella sua città e si diceva avesse più danari di lui volle subito conoscerlo. Fabio mai seppe il nome di questi poiché egli lo teneva segreto con gran riserbo ma i due erano della stessa razza e se uno era più bello l’altro era più ricco e subito capirono che messe insieme le loro capacità l’intera Europa sarebbe caduta sotto di loro. Nonostante il gran puzzo dell’Innominabile Fabio ben lo sopportava soprattutto alla vista dei tanti danari e delle innumerevoli vendette che il Gran Re affidava a questi. In Boemia intanto due Paladini erano tornati dalla lunga battaglia contro il Re di Romania. Questi, conosciuti anche come i Gemelli Diversi, o, più verosimilmente Il Re e il Mostro, erano riusciti a scalfire la ormai accertata imbattibilità delle truppe di Re Costiero della famiglia dei antichi Lupi Balcanaorum. Re Costiero oltre al suo enorme esercito di mezzi vivi guidati da un mezzo napoletano e mezzo ispanico amava esercitarsi nelle enormi praterie romene con i suoi lupi mannari dei Balcani di cui egli aveva per metà lo stesso sangue nelle vene. Temibilissima in battaglia la di lui guarnigione era stata scalfita da il Re boemo. A Mastice infatti era balenata un’idea tanto geniale quanto malefica. Egli vista l’enorme bruttezza de il Mostro di Firenze aka Dominikici, decise, poiché per bruttezza poteva con buon senso essere paragonato ad un cane vecchio e lercio, di vestire egli con abiti femminili e di truccarlo. Ci volle tanto ingegno e tenacia ma alla fine il buon Re era, senza volergli male, un bel bocconcino canino. I lupi, vista la bellezza nel mezzo del campo di battaglia ben si vollero presentare con i migliori servigi e lo stesso Costiero, seppur umano, ebbe l’istinto canino di presentarsi alla così deliziosa dama. I cani, così ben distratti, facilmente vennero sconfitti con sorpresa di tutti. È per ciò che il Gran Re preparava una grande armata in Frivli, i Re Boemi volevano ora attaccare l’Italia.

Massimiliano Di Marco, nato a Udine il 17/11/1999. Ha conseguito la maturità al Liceo Scientifico Copernico. Attualmente frequenta il corso di Beni Culturali all'Università di Udine.