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Editoriale

Vista e rivista, quella che avete sotto gli occhi porta già nel nome la sua condanna, in tutti i casi tranne nel 1668 quando si diede alle stampe il Giornale de’ Letterati, la prima rivista in Italia mai vista prima. Nel pensare per la prima volta La Seppia, ci siamo detti che sì, che l’avevamo già vista da qualche altra parte, ma che questa sarebbe stata diversa perché sarebbe stata la nostra. E per nostra si intende di noi giovani autori che, prima che emergenti, siamo ancora subacquei, in esplorazione – come seppie – del fondale marino. Questa idea nasce da sei ragazzi, cresciuti tra Udine e provincia, con l’obiettivo di dare vita a nuove e inaspettate collaborazioni e con la speranza che possa diventare un’occasione per gli autori di trovare dei lettori.

Nasce per farsi scrivere, ma prima di tutto per farsi leggere, perché i tentacoli della Seppia vi avvinghino polsi e caviglie e vi tirino dentro alla lettura senza che riusciate a districarvene. Leggeteci, leggeteci, questo ci importa: un giorno potremmo parlare di meridiane e alambicchi, un altro di assassini o babbuini e sarebbe lo stesso La Seppia. Ci saranno rubriche, cortometraggi, vignette, collezioni di poesie e molto altro, la cui frequenza dipenderà soprattutto da voi, lettori. Forse insieme scopriremo l’America o che la Terra è piatta, troveremo Atlantide o l’ago nel pagliaio. Tra un anno potremmo aver chiuso oppure essere il Times, nel primo caso ignoratela pure, questa neonata Seppia, nel secondo, beh, nel secondo caso potrete dire di averla letta prima di tutti.